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SENTENZE CORTE DI CASSAZIONE PENALE 2023

SENTENZE CORTE DI CASSAZIONE PENALE 2023


Corte di Cassazione Penale, sez. V, sentenza n. 112101 del 22 marzo 2023


secondo quanto affermato dalla Corte di Cassazione Penale il diritto di satira costituisce una «modalità corrosiva e spesso impietosa» del diritto di critica: tuttavia, diversamente da quest'ultimo, la satira è sottratta al parametro della verità, in quanto esprime mediante il paradosso e la metafora surreale un giudizio ironico su un fatto, ma «rimane assoggettata al limite della continenza e della funzionalità delle espressioni o delle immagini rispetto allo scopo di denuncia sociale o politica perseguito». Di conseguenza, nella formulazione del giudizio critico, possono essere utilizzate espressioni di qualsiasi tipo, anche lesive della reputazione altrui, «purché siano strumentalmente collegate alla manifestazione di un dissenso ragionato dall'opinione o comportamento preso di mira e non si risolvano in un'aggressione gratuita e distruttiva dell'onore e della reputazione del soggetto interessato», e a patto che la presentazione in veste ironica e scherzosa non divenga lo strumento per diffondere informazioni false, oltre che offensive, quantomeno nel loro nucleo essenziale.


Corte di Cassazione Penale, sez. V, sentenza n. 11225 del 16 marzo 2023


In tema di reati contro la persona, la V sez. della Corte di Cassazione Penale con sentenza depositata in data 16 marzo 2023 n. 11225, afferma che non è applicabile la cosiddetta scriminante del rischio consentito, qualora nel corso di un incontro di calcio, l'imputato colpisca l'avversario con una testata “a gioco fermo”, trattandosi di dolosa aggressione fisica per ragioni avulse dalla peculiare dinamica sportiva, considerato che nella disciplina calcistica l'azione di gioco è quella focalizzata dalla presenza del pallone ovvero da movimenti, anche senza palla, funzionali alle più efficaci strategie tattiche e non può ricomprendere indiscriminatamente tutto ciò che avvenga in campo, sia pure nei tempi di durata regolamentare dell'incontro.


Corte di Cassazione Penale, sez. VI, sentenza n.9187 del 3 marzo 2023


La sentenza della Corte di Cassazione numero 9187 del 3 marzo 2023 si occupa di analizzare il discrimine tra il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all' art. 572 c.p. e il reato di atti persecutori aggravato dall'esistenza, presente o passata, di una relazione affettiva che lega l'autore con la persona offesa, ex art. 612-bis, comma 2, c.p. Secondo la summenzionata sentenza non è configurabile il reato di maltrattamenti in famiglia , bensì l'ipotesi aggravata del reato di atti persecutori, in presenza di condotte illecite poste in essere da parte di uno dei conviventi more uxorio ai danni dell'altro dopo la cessazione della convivenza.



Corte di Cassazione Penale, sez. VI, sentenza n. 9059 del 02.03.2023


Secondo la VI sezione della Corte di Cassazione Penale, in tema di reato di falsa testimonianza, ex art. 372 c.p., non può essere pronunciata una sentenza di condanna esclusivamente sulla base del contrasto tra le dichiarazioni rese in dibattimento e quelle rese nel corso delle indagini preliminari ed utilizzate per le contestazioni di cui all'art. 500 c.p.p.. Infatti, tale contrasto, può assumere rilevanza ai fini dell'accertamento del reato solo ove siano emersi altri elementi di prova atti a riscontrare la veridicità delle prime dichiarazioni e la falsità di quelle successivamente rilasciate.


Corte di Cassazione penale, sez. Unite, sentenza n. 12064 del 22.03.2023


Secondo quanto affermato dalle Sezioni Unite della Cassazione penale sussiste la contraffazione della patente estera anche in caso di mancanza dei requisiti nazionali. La contraffazione non grossolana della patente di guida rilasciata da uno Stato estero non appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo integra il reato di cui agli artt. 477 e 482 c.p. anche quando non ricorrano le condizioni di validità del documento ai fini della conduzione di un veicolo nel territorio nazionale.


Corte di Cassazione Penale, sez. V, sentenza n. 11463 del 17.03.2023.


Secondo quanto affermato dalla V sez. della Cassazione Penale, con la sentenza n. 11463 del 2023, in tema di violenza privata integra la violenza qualunque comportamento volto a realizzare la perdita o, comunque, la significativa compressione della libertà di azione o della capacità di autodeterminazione del soggetto passivo, essendo, invece, penalmente irrilevanti, in virtù del principio-di offensività, i comportamenti che, pur astrattamente condizionanti, si rivelino in concreto inidonei a limitare la libertà di movimento o a condizionare il processo di formazione della volontà altrui (confermata la condanna per l'imputato che aveva bloccato per qualche minuto una donna che, alla guida della propria vettura, stava per uscire dal cortile di un condominio).


Corte di Cassazione Penale, sez. V, sentenza n. 11242 del 16.03.2023.


Secondo la sentenza n. 11242 del 16 marzo 2023, depositata dalla V sezione penale della Corte di Cassazione, in tema di violazione di domicilio nell'ipotesi in cui, all'esito di una separazione di fatto, uno dei coniugi abbia abbandonato l'abitazione familiare trasferendosi altrove, l'unico titolare del diritto di esclusione di terzi va individuato nel coniuge rimasto nella abitazione familiare, anche se quello trasferito sia proprietario o comproprietario dell'immobile (fattispecie relativa all'accusa di violazione di domicilio rivolta ad un coniuge che, dopo la separazione, era entra nella casa assegnata alla moglie, anche se di sua proprietà).


Corte di Cassazione Penale, sez. II, sentenza n. 11950 del 21.03.2023.


Con la sentenza n.11950 depositata dalla Cassazione Penale, sez. II, in data 21 marzo 2023 per la configurabilità del reato di appropriazione indebita sono sufficienti la coscienza e la volontà di appropriarsi del denaro o della cosa mobile altrui, posseduta a qualsiasi titolo, sapendo di agire senza averne diritto ed allo scopo di trarre per sé o per altri una qualsiasi illegittima utilità. Ne deriva che commette tale reato chi riceve un bonifico per errore e trattiene la somma.


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